domenica 25 ottobre 2015

Come nasce un violino (seconda parte)

Eccomi di nuovo
scusate per l'attesa, ci ho messo un pochino a decidermi a scansionare queste vecchie foto e a preparare il secondo post. Sto usando le poche foto mie che ho, poche e di scarsa qualità, ma originali. Ne aggiungerò anche qualcuna presa dal web per completare.
Mi interessa approfondire un aspetto: il prezzo degli strumenti.
Come evidenziava Claudia commentando il post precedente, gli strumenti artigianali sono molto cari e la differenza con i violini da studio di fabbrica e abissale (un violino di fabbrica da studio si può trovare anche con un centinaio di euro, mentre per uno artigianale ce ne vuole qualche migliaio). La differenza di qualità e di lavoro necessario giustifica ampiamente questo divario enorme di prezzi.
Per costruire uno strumento che abbia un bel suono è necessario avere del legno scelto e stagionato adeguatamente, e già il costo del materiale supera abbondantemente quello di un prodotto finito scadente.
Il legno, poi, non è un materiale omogeneo come i metalli. Una tavola fatta con un abete a venatura larga dovrà essere leggermente più spessa di una a venatura stretta. Queste valutazioni sono fatte in maniera assolutamente empirica, non abbiamo, ad oggi (o almeno a qualche anno fa, finché me ne sono interessato) degli studi sufficientemente approfonditi che possano chiarirci come funziona davvero un violino, come scegliere la curvatura e gli spessori di un piano armonico, come scegliere il legno, come valutare i risultati ecc.
O meglio, di studi se ne sono fatti tanti, ma la materia è molto complessa e le variabili in gioco sono tante. Finora l'esperienza degli artigiani vince sulla scienza.
Tutto ciò impedisce a una fabbrica di produrre strumenti ad arco di alta qualità. L'industria, quindi, punta a soddisfare il mercato, più vasto, degli studenti alle prime armi, che hanno bisogno di violini poco costosi per tanti motivi (spesso sono ragazzini a cui non è ancora possibile affidare un capitale in mano, suonano per puro divertimento o non si sa ancora se della musica faranno il loro lavoro, quindi non è giustificabile un investimento ingente, ecc.)
Il liutaio, invece, produce ogni strumento con tanto tempo di lavoro (mediamente un mese per un violino) e ogni pezzo è unico (immaginate la differenza che esiste tra la maglietta che indossiamo ogni giorno e un vestito di uno stilista, confezionato a mano). Non può costare pochissimo e, ovviamente, dovrà servire a chi di musica vive, o conta di farlo.

Va bene, spero di non avervi fatto addormentare. Dedichiamoci ora a costruire le fasce e il fondo.
Ci sono diverse scuole e più di un paio di metodi costruttivi. Ne vediamo solo uno. Lavoreremo con la forma interna, come da antica tradizione cremonese.

Bisogna, prima di tutto, costruirsi una forma. Per farlo, si possono ricalcare i modelli degli strumenti esistenti. Non ve la faccio lunga, il risultato più o meno è quello che vedete in foto (solo la parte in legno scuro).


Per la cronaca, quella in foto è una forma di violoncello. Il metodo costruttivo è lo stesso. Alla forma si incollano gli zocchetti, sei blocchi di abete o di salice che avranno il compito di tenere insieme le fasce. Qui sopra li vedete già incollati.
Gli zocchetti vengono poi sagomati per dare loro la forma definitiva.
Si procede a questo punto a piegare le fasce con il piegafasce, un attrezzo sagomato come questo

immagine presa dal web

Le fasce vanno spessorate (in un violino sono spesse 1,2 mm), si bagnano e si tirano con forza contro il ferro rovente (considerate che si scalda più o meno come un ferro da stiro, anzi il mio piegafasce da violoncello ha dentro proprio la resistenza di un ferro da stiro). Il vapore aiuta a dar loro la forma desiderata.

immagine presa dal web





Si incollano le fasce agli zocchetti. Infine si sagomano esternamente. Si aggiungono, poi, all'interno delle fasce, le controfasce, dei listelli di abete o di salice che servono ad aumentare la superficie di incollaggio con il fondo e la tavola.

immagine presa dal web

Passiamo ora al fondo.
Il fondo è ricavato da due pezzi di acero (più raramente da un pezzo unico) tagliati "di quarto". In sintesi, da due spicchi di tronco. E' necessario che il legno venga tagliato in questo modo per resistere adeguatamente alla pressione delle corde e per propagare bene il suono. Ed è un tipo di taglio utilizzato solo per la liuteria, quindi al momento di tagliare un tronco, la segheria deve conoscere già la destinazione di questo legno. Se lo taglia radialmente sarà destinato ai liutai, altrimenti alla falegnameria.

Immagine presa dal web
Lo spicchio che vedete qui in foto verrà ulteriormente diviso in due parti. Queste due parti verranno piallate (rigorosamente a mano, non esiste macchina che possa fare un lavoro così preciso) ed unite per il lato che era una volta la corteccia dell'albero.
Su questo pezzo di acero così ricavato si appoggeranno le fasce e, ricalcandole, si ricaverà la forma del fondo.

Il fondo viene scolpito esternamente ed internamente (nella prossima puntata vedremo come) e poi incollato alle fasce con degli speciali morsetti.


continua...

2 commenti :

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