domenica 8 novembre 2015

ATS e la mosca contro il vetro

Eccomi qui di nuovo a tediare i miei lettori con la ricerca di lavoro dall'altra parte dell'oceano.
Prima voglio ringraziare una persona che ha sempre una buona parola nei momenti difficili. Una buona parola non significa sempre "quello che fa piacere sentirsi dire", ma anche cose meno piacevoli, scomode, ma sincere, che danno una scossa. E le belle amicizie sono proprio queste.


Ho preso il coraggio, tutto quello che avevo messo da parte in questi anni, e l'ho fatto. Ho mandato il mio primo resume ad un'azienda americana.
Ho curato al massimo tutto quello che mi è venuto in mente, ogni singola parola, l'impaginazione, la sintesi.
Ho parlato qui del resume americano. Ho usato molto Glassdoor per capire tante cose: per vedere come è fatta dal di dentro un'impresa, per capire quanto si guadagna per una determinata posizione, per scegliere un'azienda che offra un buon work-life balance ecc.
Un altro strumento che può essere comodo a chi vuole informarsi sui salari relativi ad un determinato lavoro è payscale, che fornisce, su richiesta, dei report dedicati per settore lavorativo, esperienza, ecc.
Ringrazio tanto anche due persone che mi hanno aiutato a redigere il mio resume. Rita, prima e Anna, poi, hanno messo gentilmente a disposizione la loro esperienza per darmi una mano. Voglio che sappiano che sto cercando ancora un modo di ricambiare la loro gentilezza.
Il resume redatto grazie a loro è, secondo me, molto bello ed efficace. Mi sono deciso a mandarlo ad un'azienda dopo aver ben studiato cosa questa impresa offre e cosa cerca.

Purtroppo non è andata. Ma sono rimasto piacevolmente sorpreso da un paio di cose:
1. Mi hanno risposto, e anche molto gentilmente per dirmi che "hanno controllato le mie esperienze e capacità e al momento non hanno aperta una posizione adatta", e l'hanno fatto anche subito. Una grande dimostrazione di rispetto, che permette a chi cerca lavoro di non perdere tempo ad aspettare risposte che non arriveranno mai.
2. Il mio profilo su linkedIn è stato visitato da qualcuno all'interno dell'impresa. Significa che almeno devo aver passato una prima scrematura, o comunque mi piace crederlo.

Non dovrei rimanerci male per una prima candidatura non andata a buon fine ma, stranamente, ho accusato il colpo. Sarà proprio perché, invece di mandare cv a raffica a tante aziende, come ho fatto quando dovevo trovare per forza un lavoro in poco tempo, ora sto dedicando molto tempo per cercare di sparare poche cartucce e colpire subito l'obiettivo.

Contemporaneamente ho avuto la possibilità di far esaminare il mio resume anche da un'azienda che si occupa proprio di prepararli per presentare al meglio ogni candidato. E' un servizio a pagamento, che costa dai 100 dollari in su, ma ti offrono una prima valutazione gratis.
Mi hanno ripetuto una cosa che mi aveva detto tempo fa Monica: molte aziende utilizzano un sistema di scansione computerizzato che cerca le parole chiave. Mi ero già premurato, per questo, di non farle mancare.
Per dirla tutta, è un sistema che non mi piace. Se in Italia si dice che un cv viene visto in pochi secondi e per questo si deve essere incisivi, in USA un resume rischia di non arrivare mai a essere visto da un essere umano. Se penso alla mia collega, che di cv ne vede tanti ogni giorno, che cerca di capire ogni volta che persona c'è dietro a quel foglio che viene presentato, storco il naso.
Ma, quando di richieste ce ne sono tante, un sistema per filtrarle dovranno pur adottarlo, e bisogna adeguarsi.

Certo, una prima risposta negativa non ha nessun significato, ma è necessario far tesoro di questa occasione e non fare l'errore della mosca.

Immagine presa dal web

La mosca cerca di uscire dalla finestra attraversando il vetro. Ci riprova mille volte, sbatte sempre e continua a fare lo stesso errore. Lo facciamo spesso anche noi.
Quand'è che la mosca riesce a trovare la strada per uscire? Quando si allontana un po' dalla finestra e vede meglio qual è la strada da prendere.

Ecco, mi costa, ma un passo indietro lo faccio. Condivido con voi lettori queste riflessioni:

- Il mio resume, al momento, non è ATS-friendly. ATS (Applicant Tracking System) è il tipo di software utilizzato per scansionare i CV. Il formato pdf non è il più leggibile per i programmi di scansione. Addirittura, secondo quello che mi viene segnalato, questi programmi tirano fuori delle informazioni sbagliate su dati chiaramente visibili (residenza, ultimo datore di lavoro, ecc.)
Allo stesso tempo non mi ha convinto il consiglio dell'azienda che l'ha esaminato, di utilizzare il formato .doc.
Il formato che i programmi possono interpretare meglio è quello di solo testo (per intenderci, quello che si redige col blocco note), che non ha fronzoli. Ogni abbellimento che aggiungiamo (formattazione del carattere, elenchi puntati o numerati, immagini, ecc), per questo tipo di programmi è spazzatura e può arrivare a nascondere quello che vogliamo mostrare.
Allo stesso tempo, se il file viene esaminato da un essere umano, è importante che la sua presentazione sia curata e gradevole all'occhio. Difficile da fare senza l'aiuto di un minimo di grafica.

- Il profilo linkedIn è importante e va curato. Crearlo e lasciarlo incustodito può non bastare. Sul famoso portale si possono specificare le proprie competenze, ma anche confermare quelle dei propri contatti. Un conto è vantare una capacità, un altro è avere 30 persone che lo confermano. Aggiornare il proprio profilo con una discreta frequenza permette di avere più visite, così come cercare di espandere la propria rete.

- Sul fatto di affidarmi a un servizio a pagamento perché facciano il lavoro di presentarmi (possono fare anche tutto: resume, cover letter, profilo linkedin...) ho un po' di dubbi. Il mio resume è stato esaminato già da due professioniste che mi hanno dato dei consigli molto convincenti, che ho seguito. Ho ancora delle indicazioni da seguire. Se questo non dovesse essere abbastanza, potrei anche affidarmi a un'impresa che se ne occupi, ma anche qui non sarebbe facile sceglierla, capire se potrebbero fare un buon lavoro, fidarsi. Ci penserò, ma non adesso, per il momento provo a migliorare con le mie forze.

Spero che quello che scrivo possa anche essere di aiuto a chi legge, mi piacerebbe molto sapere la vostra.

domenica 1 novembre 2015

104

Ed eccoci arrivati al momento tanto atteso.
Condensato in pochi secondi.
Mi avevano detto che sarebbe stata una cosa molto rapida e fredda. No, non è vero, un concentrato di emozioni che non riesco ancora a descrivere.
"Llevate a la Tremendazza". Ma si potrà fare? Non è che mi fanno storie?

Aula magna, 9.45.
Non ci ero mai stato. E scopro che è al primo piano. Si riempie in pochi minuti. Siamo così tanti che ci hanno divisi in 4 gruppi.
Mi accompagnano 4 persone, che vedrete nelle prossime foto. Quelle che ci tenevo ad avere con me più di tutti, che hanno condiviso con me tutto questo percorso, le uniche che lo sapevano dall'inizio, perché quando ho cominciato era un segreto.

Non conosco nessun altro in tutta la sala. Dei corsi a distanza saremo pochissimi, tutti gli altri, si vede subito, sono ragazzi giovani.
Rimane l'ultima grande incognita: il voto.
Non meno di 97, ma probabilmente nemmeno di più. Non è mai stato chiaro il meccanismo scelto per il voto di laurea.
Ci tengo, non mi è indifferente. Perché mi serve per trovare lavoro dall'altra parte del mondo, perché ho fatto davvero tantissimo per arrivarci bene, mettendo da parte dei voti alti ogni volta che ho potuto. Anche se, purtroppo, alla fine non ce la facevo più e ho perso punti.

Il migliore dei professori non c'è. Peccato. Al suo posto un perfetto (per me) sconosciuto. Comincia a chiamare i primi, uno per volta.
Applausi. Tutti applaudono tutti, non me lo aspettavo. Bello così.
Un discreto numero di donne, penso, non male. Ormai il fatto che ci siano poche donne ingegnere è più una questione di scelta, di preferenza, non più un limite imposto alle ragazze volenterose, come un tempo. O almeno voglio crederci.

I voti, ci faccio caso, sono bassi. Ma così bassi nemmeno me li aspettavo. Molti anche sotto il 90, qualcuno sotto l'80. Penso che a me non è andata così male. Poi un 110. E un bell'applauso da tutti, meritato, liberatorio. E poi un 107.

E poi tocca a me. Mi alzo con la Tremendazza per mano e con un'emozione che non immaginavo di provare. I professori fanno un sorrisone nel vederla, nemmeno me lo aspettavo.


Legge tutto. Mi preparo a non restarci male per il voto...
...
...
... con punti CENTO E QUATTRO. E scaraventa il foglio sul tavolo.

Eh? Come? Cosa? 104? Centoquattro?

Parte un applauso infinito. Il più lungo di tutti. Forse perché la piccola è con me. Se lo merita, per tutto l'aiuto che mi ha dato in questi anni.
Vado a firmare e la mano mi trema, mentre la Tremendazza saluta il pubblico che l'applaude.
Torno a posto e la guardo, non ci credo ancora.


Poi si esce dall'aula magna. E cerco un posto dove sedermi perché non mi reggo in piedi. Mi dicono che dopo quel 110 e il 107 il voto più alto è stato il mio, poi mi fanno il conto di tutti.
"Ma come, vi siete messi a fare tutti i conti?" Eh, ci sta, sono soddisfazioni. Non è bello entrare in competizione, ma quando c'è un piccolo momento di gloria è anche bello assaporarlo fino in fondo.
Alzando anche il trofeo.


E ringraziando chi ha condiviso tutto questo con me.


Eccole qui le mie vittorie, tutte insieme. Non credevo che avrei potuto avere così tanto.