martedì 29 dicembre 2015

Come nasce un violino - ultimo capitolo

Ci siamo quasi, o almeno così sembra
il nostro violino in bianco è pronto. Ci mancano solo due fasi: la verniciatura e la montatura.
La gran parte del lavoro è fatta, ma perché il nostro strumento possa cominciare a vivere manca ancora tanto tempo.
C'è voluto più o meno un mese per costruire il violino in bianco, ora ce ne vorrà un altro per verniciarlo.
Prima di tutto: con cosa verniciamo uno strumento ad arco? Non aspettiamoci che il ferramenta o il colorificio sotto casa possano fornirci quello che ci serve.
No, la vernice non si vende. Ogni liutaio deve produrla da sé. E ogni liutaio ha le sue ricette. C'è chi non inventa nulla di nuovo ed utilizza quello che ha imparato dai maestri, c'è chi invece dedica il tempo a sperimentare e poi custodisce gelosamente le ricette che ha provato.
Non si tratta di vernici sintetiche, come quelle usate dai carrozzieri. Di solito si sciolgono delle resine in alcool, o in olio, come si faceva secoli fa.
La vernice non dà potenza sonora al violino, gliela toglie. Ma è necessaria per proteggere il legno. Si cerca di appesantirlo il meno possibile, con una ricetta che lasci il legno libero di vibrare e ne esalti allo stesso tempo l'estetica.
Prima di tutto dobbiamo staccare la tastiera dal manico. L'abbiamo incollata inizialmente perché era necessaria per poter sagomare il manico e per poterlo poi posizionare correttamente, ora va tolta per permetterci di raggiungere col pennello la parte superiore della tavola.
La tastiera non verrà verniciata. Sarebbe inutile, visto che lo sfregamento delle corde toglierebbe subito tutta la vernice. Anche il manico vedrà solo qualche mano di trasparente, si evita di usare la vernice colorata in questa zona, dove il sudore della mano la porterebbe via.

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Non procederemo subito con la vernice colorata. Macchieremmo tutto. In diversi punti, infatti, il legno si presenta con la venatura "di testa", ed è pronto ad assorbire molta vernice, troppa. In altri, invece, si presenta con la venatura "di fianco". Il risultato sarebbe quello di avere una verniciatura non uniforme.
Dovremo quindi procedere per gradi. Applicheremo innanzitutto un isolante, che possa turare i pori del legno, perché la vernice non venga poi assorbita, quindi qualche mano di vernice trasparente.

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poi passeremo ad applicare la vernice colorata.

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Infine ancora qualche mano di vernice trasparente, in modo che quella colorata resti protetta e il sudore non la porti via. Queste ultime mani si danno anche sul manico.

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In tutto abbiamo dato circa 20-30 mani. In media una mano al giorno. Le prime asciugano in pochi minuti, le ultime richiedono anche un paio di giorni. Il nostro strumento, pronto in bianco, è rimasto in bottega, appeso ad asciugare, per un altro mese.
Ed ora possiamo incollare di nuovo la tastiera e poi passare alla montatura. 
La montatura è l'insieme delle parti mobili, che non vengono incollate allo strumento. Cominciamo dai piroli. Sono le piccole chiavi che useremo per accordare. Sono di forma conica, così come i buchi che ci sono nella testa, i piroli e i loro fori devono adattarsi perfettamente, così che quando accorderemo potremo girare il pirolo ed incastrarlo nella posizione desiderata, senza che la tensione della corda lo faccia muovere.
Per fare questo useremo due attrezzi: l'alesatore (il maschio), che darà al foro la forma conica e il temperapiroli (la femmina) che darà la stessa forma al pirolo. Questi due attrezzi vengono di solito acquistati insieme, devono avere la stessa conicità e il temperapiroli deve essere regolato con l'alesatore.
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I piroli vengono poi segati alla lunghezza giusta e forati per accogliere la corda.
Ancora un lavoro di precisione: l'anima. Non esiste un solo passo che sia facile in tutta la costruzione, ma ci sono delle fasi che fanno davvero ammattire.

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L'anima è quel bastoncino di abete che si vede in questa foto all'interno della cassa. Serve, insieme alla catena, a sostenere il peso delle corde.
Le corde esercitano su una tavola di violino, che ha uno spessore di circa 3 mm, una pressione di circa 10 Kg. Per aiutare la tavola in questo difficile lavoro ci sono una trave e un pilastro, appunto la catena e l'anima.
L'anima deve essere incastrata perfettamente all'interno della cassa, in una posizione precisa. Questo significa che deve avere l'esatta forma della tavola e del fondo in quel punto e che deve essere posizionata correttamente. Se si sbaglia, la pressione delle corde potrà causare una crepa sulla tavola.
Si utilizza un ferro curvo per posizionare l'anima nella cassa. Si prova, si tira fuori, si lima finché l'anima non sarà perfettamente incastrata.

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Pratichiamo ora un foro nello zocchetto inferiore. Servirà per il bottone (o il puntale nel violoncello e nel contrabbasso).

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Al bottone verrà agganciata la cordiera. Solitamente questa parte viene utilizzata così come prodotta in fabbrica.
I piroli, il bottone e la cordiera sono dello stesso legno, ebano, palissandro, bosso o comunque un legno molto duro, che resiste al contatto e allo sfregamento col metallo delle corde.

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Bene, ora possiamo sagomare e posizionare il ponticello. I piedini dovranno aderire perfettamente alla tavola per trasmettere al meglio il suono.
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Mentre la curvatura superiore dovrà essere adattata in modo da garantire la distanza corretta delle corde dalla tastiera.
Si sagoma poi il ponticello al suo interno.

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A questo punto potremo finalmente montare le corde ed accordare il nostro strumento. Mettiamo anche la mentoniera. 
Il nostro violino ha preso vita, è pronto a regalarci infinite emozioni.
Finora ho approfittato di molte immagini pubblicate sul web, ma posso concludere con la foto di un mio strumento.


Spero che questa piccola visita guidata, senza tante pretese, vi sia piaciuta. Grazie a chi ha voluto seguirla.

2 commenti :

  1. Bellissima questa visita guidata, il violino e' uno strumento veramente affascinante.

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    1. Grazie! È affascinante davvero, sia ascoltarlo che costruirlo.

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