sabato 26 dicembre 2015

Mission impossible

"Per questa volta è andata, poi, però, non portarla più, non riusciamo più a farla passare."
Queste le parole del caro ragazzo che ha avuto in cura la mia vecchia utilitaria. Pronunciate circa un anno e mezzo fa, quando l'ha accompagnata alla sua ultima revisione.



E... nulla da fare. Lo sapevo, entro la prossima estate avrei dovuto trovare un'altra macchina.
Da allora avevo già rinunciato a prendermi cura della poverina che di lì a poco mi avrebbe lasciato. Le ho garantito il minimo per sopravvivere. Quando le gomme anteriori, una alla volta, hanno detto basta, le ho cambiate mettendocene delle altre di recupero. E il finestrino, caduto nello sportello e ritirato su a fatica, stava in piedi con due mollette. Pagare un'autostrada era diventato complicato.
Il colpo di grazia, poi. Un tamponamento ricevuto mentre ero fermo al semaforo. Fanale dietro distrutto e paraurti rotto.
Vabbè, abbiamo capito, dovrò accompagnarti al tuo ultimo viaggio e sostituirti.

Ma con cosa?
La scelta, da anni, ricadeva sulla più piccola delle utilitarie. Più piccola anche della twingo che stavo per lasciare. La Matiz.
800 cc di cilindrata, meno della 127. I costi di gestione più bassi dell'universo per un'auto che svolgerà degnamente il suo lavoro.
Per me che vado a lavorare con i mezzi pubblici, l'auto serve poco. Ma non posso farne completamente a meno. La spesa il fine settimana, qualche gita al mare, le vacanze, occasionalmente anche per andare a lavorare quando, come è successo, mi tocca andare per un po' in un posto non servito dagli autobus.
L'uso dell'auto è così limitato che anche l'assicurazione la pago in base ai km percorsi, così che la macchina monta un gps per misurare le percorrenze.

Tenendo conto che siamo solo in tre, e non proprio dei giganti, un'utilitaria piccola non ci scontenterà. Si accettano anche alternative, purché dello stesso livello, che siano facili da mantenere.
Ovviamente, visto l'uso che si farà di questa nuova auto, e il poco contante disponibile, non è possibile né necessario pensare a una macchina nuova.
Non volevo però nemmeno una macchina troppo vecchia. Sia perché i costi di manutenzione poi lievitano, sia perché volevo qualche accessorio più moderno, che so, per esempio il servosterzo, mai avuto finora, o gli airbag. Magari una 5 porte, così la tremendazza possa uscire senza abbattere i sedili... Insomma, la Matiz era ciò che faceva al caso nostro.

Cominciamo a consultare le offerte in zona... ma non saranno un po' esagerati questi prezzi? In effetti facendo un piccolo viaggio si riesce a spendere un terzo in meno.
E così, stando dietro per un po' alle offerte, troviamo a Roma questo gioiellino.




Nota bene: XL in fondo alla targa rappresenta la taglia dell'auto.
Bella, convince. Piccolo problema. Si trova a Roma. 360 km di distanza.

Parte qui la mission impossible.
Primo obiettivo: visto che è necessario fare un viaggio per trovare l'occasione giusta, bisogna andare a vederne più di una. Questa convince, è la prima da vedere, ma se ci fosse qualcosa che non va e decidessi di non prenderla, tanto vale fare un giro completo e cercare di concludere un affare. Mi attacco al telefono con Roma e dintorni, facendo il giro di tutti gli annunci e sganasciandomi dalle risate per il forte accento di chi mi risponde dall'altra parte.

- 'a distribbuzzione stà 'bbene, a frizzione se fa quanno slitta...
- c'ha solo quarche graffio de parcheggio...
- in tarda mattinata che fino alle 11 'sto mbegnato. Che qui lavoremo preshto, sa?

Il gioiellino ce l'ha un rivenditore. E sabato a ora di chiusura ce l'ha ancora. Se arrivo lunedì mattina appena apre faccio in modo da trovarla. Per telefono mi sono sembrate persone serie, è difficile capirlo, ma speriamo bene.
E poi durante il fine settimana ci penso. Questi sono rivenditori, scrivono "acquistiamo ogni tipo di veicolo", ma non è che invece di dovermi occupare io di rottamare la twingo, riesco pure a dargliela, almeno perché possano prenderne i pezzi buoni? Magari spuntando pure uno sconticino, oltre a evitare il problema e la spesa della demolizione?
Inizialmente non speravo di poter andare a Roma con un'auto e tornare con un'altra, facendo subito tutti i documenti, e se invece ci riuscissi?

Secondo passo della mission impossible. Riuscire a partire con un'auto e tornare con un'altra.
Prenoto un posto per dormire, in modo da avere due giorni di tempo, lunedì e martedì. Mercoledì non posso, ho un impegno di lavoro.

Partenza alle 4.20 di mattina. Sono un guidatore della domenica, lento, mi fermo mille volte per fare poca strada, mi prendo i miei tempi. Arrivo a destinazione per l'orario di apertura.
Il gioiellino si rivela tale. Ha giusto l'età della tremendazza, pochi giorni di differenza. Revisionata ed efficiente.
Certo, spartana. Per alcuni aspetti mi è sembrato di tornare alla 127 e alla A112. Specchietti laterali manuali, rumorosa, niente pulsantino sulla chiave per aprire. Il bagagliaio, poi, è davvero minuscolo.
Ma sì, chi se ne frega, sono piccolezze. I vantaggi sono molti di più. Airbag, servosterzo, alla fine troveremo pure qualche dotazione in più che non avevamo sulla precedente, come i fendinebbia, il climatizzatore e... udite udite, la radio. Sull'altra macchina non ce l'avevo nemmeno messa!
Ah, dettaglio non da poco, l'auto è a gpl. Caro benzina, non mi freghi!

Deciso, la voglio. La trattativa per convincerli a prendersi la twingo e farmi un piccolo sconto dura poco, inizialmente non pensano nemmeno di prenderla, poi mi offrono 100 euro. Affare fatto.

Terzo passo della mission impossible. Avere tutte le carte in regola per portarla a casa. Questa è facile, ci pensano loro. Il rivenditore e l'agenzia da cui si serve. I documenti provvisori ci sono.
Telefono all'assicurazione per trasferire la polizza da una macchina all'altra. Ok, tempi tecnici e si fa anche quello.

Quarto passo della mission impossible. Questo sembra davvero impossible. Trasferire il gps da un'auto all'altra. Deve farlo un installatore convenzionato, che deve a sua volta essere autorizzato dalla casa produttrice a fare ogni operazione. Mi danno l'elenco degli installatori. Mentre sono al telefono il rivenditore mi dice "questo lo conosco, vieni, ti accompagno". Mi ci porta e gli chiede il favore di farmi il lavoro subito. Staccano il dispositivo dalla vecchia auto.
- dov'era nascosto? Non l'ho mai trovato.
- stava lì, n'artro po' e ce sbattevi 'a capoccia

Montarlo sulla nuova? Appena ci danno l'ok dalla casa madre possiamo procedere. Prima deve arrivare l'assicurazione. Invio i documenti per fare il passaggio. Ora di pranzo.
Di fianco al rivenditore fanno una carbonara che fa sentire davvero di essere a Roma. Memorabile.

"I documenti li abbiamo, tutto a posto, ma abbiamo il sistema informatico bloccato".
Io i programmatori li prenderei a pedate. Sono una brutta razza. Ma mi bloccate l'intera compagnia di assicurazioni in tutta Italia per un pomeriggio? Chissà che hanno combinato, tecnicamente si chiama "disaster recovery".

Gliela facciamo. L'auto sarà assicurata a partire dalle 19. Ma intanto non arriva l'autorizzazione per rimontare il gps. "Quella ci mette da uno a due giorni". Ma siete scemi? Come da uno a due giorni? Io DEVO ripartire domani.
Vado a dormire. Vediamo domani che succede.
E mentre vado in albergo... BANG. Mi tamponano. Di nuovo, e questa volta con la macchina nuova! E vabbè, ma allora ditelo, no? Stavolta nessun danno, meno male!

Il giorno dopo, nulla di fatto. Pare che io debba tornare a Roma quando arriva l'autorizzazione a montare il gps. Una seccatura e un costo, era andato tutto bene finora!
Pazienza, però intanto posso circolare.
Parto. Faccio mezzo Grande Raccordo Anulare e mi richiamano. L'autorizzazione è arrivata. Evvai!

Torno indietro. Si fa tutto e posso ripartire. Missione compiuta!

Con i miei tempi arrivo a casa. Moglie e figlia scendono a vedere il giocattolo nuovo. La tremendazza si accomoda al posto di guida. Non sarà un po' presto?

4 commenti :

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