venerdì 18 settembre 2015

la porta a vetri e il resume americano

Rieccomi qui a parlare del mio tentativo di espatrio.
Nel giro di un paio di mesi ho riassunto anni di vita e di speranze, di tentativi, di riflessioni. Chi vuole guardare le puntate precedenti può cercare l'etichetta "la terza scelta".
Obiettivo: California del sud. Un posto dove è molto difficile potersi stabilire, per il costo alto della vita e perché ottenere un permesso di lavoro negli USA è un processo lungo e faticoso.

Ho cercato, quindi, per prima cosa, di capire quanto è necessario guadagnare per poter mantenere una famiglia da quelle parti e se avrei la possibilità di avere questo trattamento economico.
Se non avessi scelto di fare il programmatore probabilmente avrei cambiato obiettivo (l'ho già detto, vero?). Molta gente infatti è scoraggiata dal fatto che un reddito medio in California costringe a contare i centesimi per fare la spesa, molte persone (anche tra chi ci è nato) cercano, negli USA uno Stato più economico. Perché il costo della vita varia molto da una zona all'altra, gli stipendi no, fatta eccezione per alcune piccole zone come la Silicon Valley.

Prendete col beneficio del dubbio queste affermazioni, non ho modo di verificarle personalmente adesso e non ho voglia di usare il condizionale per tutto il post.

A conti fatti, sembra che gli informatici, comunque, siano trattati bene. Abbastanza da poter sostenere i costi californiani, anche senza diventare dei Paperoni.

Uno strumento valido per ottenere queste informazioni è Glassdoor. Poco usato in Italia e tantissimo in America, almeno per l'informatica, questo sito dà gratuitamente informazioni sulle singole aziende, sugli stipendi offerti, sui benefit, su come si vive in azienda e tanto altro. Sono le stesse persone che ci lavorano a fornire questi dati, in forma anonima. Ognuno può scrivere una recensione sulla propria azienda, indicando anche quanto guadagna, ecc.
Ovviamente quello che si trova su glassdoor va preso con le molle, chiunque può scrivere che guadagna un sacco di soldi, che gli danno l'ufficio con due piante di ficus, quattro segretarie ed elicottero aziendale, ma si spera che, quando ci sono molte recensioni, le minchiate siano confinate a una piccola parte. E per alcune aziende i dipendenti (o ex dipendenti) che hanno scritto qualcosa sono migliaia.
Glassdoor pubblica anche le offerte di lavoro, se ne può approfittare anche quando si trova un'offerta per un profilo differente per capire quali sono le aziende del territorio e farsi un quadro chiaro.

E ho passato qualche giorno alle prese con una pagina, dicasi una banale paginetta, che mi ha messo un po' al tappeto.
Il famigerato resume americano.
In Italia si manda in giro un documento più grande, in cui si devono condensare tante informazioni ed esiste un formato predefinito molto discusso che è l'Europass. Se lo utilizzate, vi chiederanno perché e vi diranno che non è bello, che i cv europass sono tutti uguali e non denotano personalità. Se non lo fate vi chiederanno perché non l'avete fatto e vi diranno che bisogna usarlo per dare al selezionatore, a colpo d'occhio, tutte le informazioni di cui ha bisogno.
Si chiede di non superare le due pagine, ma spesso si va oltre. Il cv che la mia azienda manda ai clienti quando mi propone è di 7 pagine, con descrizione di tutti i progetti svolti.

Il resume americano, ne ho scaricati a decine per prendere spunto, è di una pagina sola. Grafica spartana al massimo (potrebbe stare tranquillamente in un file di testo da blocco note). Ci sono un po' di sezioni, che da un resume all'altro variano molto. Come dire, ognuno sintetizza e organizza i dati un po' come gli pare, e non supera mai una pagina.
Qualche scrupolo me lo faccio, visto che i cv vengono visti in pochi secondi e chi non dà le informazioni a colpo d'occhio viene scartato. Ma se non si deve nemmeno girare pagina, è più facile che un resume venga letto tutto.

Perché questa differenza così forte? Non lo so, forse in Italia si tende a mentire di più e quindi i dettagli (progetti svolti con descrizioni non proprio sintetiche) servono a rafforzare le affermazioni, mentre negli USA si tende a credere di più a uno "skill summary" dove, se scrivo che conosco jquery mi si può credere sulla parola?

Quel che è certo è che ci ho faticato un bel po' con questo documentino. Ho tirato fuori, nelle prime righe, una presentazione personale che dovrebbe colpire i selezionatori (e qua il condizionale è d'obbligo) e ci ho messo giorni per scrivere quattro righe. E anche col resto ho faticato un pochino. E' il caso di scrivere "android" e altre parole chiave nello skill summary, se ci ho fatto solo qualcosina, e non di recente?

Non è stato facile compilare questo resume. E' un'esperienza che ti cambia. Anche se l'avevo già fatto più volte, questa volta devo essere davvero convincente, in pochissime righe. Invogliare un selezionatore a scegliere me tra diversi candidati. Dargli dei motivi per farlo.
Spesso il curriculum è un diario delle esperienze, dei lavori svolti, delle competenze acquisite. E a volte non è richiesto altro. Nel mondo italiano dell'informatica, fatto quasi solo da aziende di consulenza, si va per parole chiave: Spring (2 anni), C# (3 anni) ecc.

Questo serve di sicuro. Ma per puntare a uscire da questo ambiente e a lavorare in un'azienda che mi faccia crescere al suo interno, devo farmi conoscere come persona, far emergere i lati migliori, quelli che possono portare vantaggio a chi mi assumerà. Tutto in poche righe. 
Descrivermi in poche righe significa costruirmi un'immagine con cui presentarmi. Essere pronto a difendere i punti di forza in un colloquio e poi nella vita professionale. Ripensarci mentre sono al lavoro e continuare a far leva su quei punti ogni giorno. 

Mi sono descritto, tra l'altro, come affidabile e come problem solver. Non ho imbrogliato. Gli incarichi mi vengono affidati perché chi me li dà sa che non dovrà testare nuovamente il mio lavoro.
Ho scritto che sono autonomo in ogni fase dello sviluppo. Ed è vero.
Ma questo mi sta portando a fare ancora di più mentre sono in ufficio. Pensando che, se mi sono descritto così, non devo smentirmi oggi.

Un'altra differenza importante è il fatto che sul resume americano non si mettono foto e data di nascita. Indispensabili in Italia, l'età è un'informazione che viene chiesta al primo contatto telefonico se non c'è sul cv. Nel mio caso è pesantemente discriminante, perché ho fatto un altro lavoro fino a 35 anni, poi ho ricominciato da capo. Per me è una ricchezza. Per molti qui no, ad ogni colloquio ho dovuto giustificare il cambio a gente che mi chiedeva con aria schifata "perché ha cambiato?".  Molti altri, chissà quanti, avranno scartato il mio cv solo guardando l'età. E' un po' quello che succede a Fantozzi, che vuol tornare a lavorare dopo la pensione. Anche per questo ho scelto gli USA. Se è vero che l'età non conta, mi conquisto la possibilità di ricominciare davvero. Per quanto ne so, nemmeno in altri paesi europei c'è questa opportunità.

Il forte dubbio che ho è: spedire subito questo resume alle aziende o cercare di arricchirlo con quelle parole chiave che ancora mi mancano? Perché se, da un lato non si è mai pronti, dall'altro ci sono comunque un po' di cosette che so che devo approfondire.

Avrei bisogno di una revisione del mio resume. Avete consigli riguardo alle agenzie che fanno solitamente questo lavoro? C'è qualcuno che si offre volontario per dargli un'occhiata e un parere? Si tratta di una sola pagina.
Grazie a tutti.

2 commenti :

  1. Purtroppo non so come aiutarti... non ho ancora fatto il resume ;-/
    Ho chiesto a mio marito, ma lui mi ha detto che pure lui il suo non l'ha mai ancora fatto, e in azienda da lui i resume li guardano solo HR.

    in bocca al lupo e facci sapere

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    1. Nessun problema Marica. Mi hai sempre aiutato tanto e ti ringrazio. Non vorrei che questo post passasse come una richiesta per il mio cv. Mi piace raccontare ciò che sto facendo per mettere in ordine le idee. Sto ricevendo da voi molto incoraggiamento e qualche consiglio. E tutto è gradito.

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