lunedì 13 aprile 2015

Meno tre.

Non manca più tanto, ma non si può tirare il fiato.
Ancora quattro. Due facili e due difficili. E due sessioni rimaste. Giugno e settembre.
Bisogna finire per giugno. Arrivare all'ultimo è troppo rischioso. Basta sbagliarne uno e il lavoro di sei anni è compromesso.

Sei anni, quasi. Ho cominciato che mia figlia aveva un mese e mezzo.

Ma il bello è questo, questa sfida impossibile, questa lotta contro il tempo.
Studiarli un per volta è troppo poco, bisogna accoppiarli.
E con un po' di culo si può ottenere dal prof. un esonero, un appello straordinario fuori sessione.
Vediamo, proviamo, chiediamo.
È un favore, e i professori non li pagano per fare gli esami per i corsi a distanza, né quelli ordinari, né quelli straordinari.

"Onestamente non ho molta voglia di fare appelli straordinari, ma vista la situazione della teledidattica potrei anche farlo". E meno male, speriamo che non sia pure incazzato il giorno dell'esame. Ma l'ho conosciuto, sembra bravissimo.
Giovedì mattina gli scrivo. Sono pronto, quando vuole lui. Non è esattamente vero, è che mi porto un po' avanti, se mi dice che ne parliamo a fine mese non perdo tempo.
"Se vuole va bene lunedì". Non me lo faccio dire due volte. Weekend di studio e si parte.
Se va bene ne sfanculo uno. Uno di quelli facili, ma così mi concentro sull'altro dopo. Perché mica si riposa, eh. Domattina si riprende.

Deve andare bene, non basta passarlo. Sto tentando di fare due conti sul voto di laurea. Non si capisce come lo calcoleranno, ma è possibile che non ci sia il punteggio di tesi, visto che la tesi vera e propria non si fa. Il che significa andare facilmente sotto il 100 anche con la media del 27. No, eh, che la laurea mi serve per lavorare, non sono disposto a perdere punti per cercare di finire e basta.
Me lo sto ripetendo ultimamente "prima di essere esigente con gli altri lo sono con me stesso".

E poi, rischiare di non passarlo non si può, tempo, soldi, stanchezza, ferie per andare fino a Torino non si possono sprecare.
Ma quanto mi sto gonfiando per un esame che alla fine era facile facile?

Arrivo nell'ufficio del prof. Solo io. Mi ha preparato il tema su una scrivania, intanto lui e i suoi colleghi continuano a lavorare. Parlano, telefonano, si alzano. Ma non è troppo difficile restare concentrato su quello che faccio. In fondo lo so.
Due ore di tempo. Un'ora e quaranta e consegno, non voglio riguardarlo. E' troppo facile fare pasticci quando si riguardano le cose.

E lui me lo corregge in un quarto d'ora. Intanto cerco di distrarmi. Fotografo la giustifica da mandare, riaccendo il telefono.
Sbircio, vedo che non fa segni rossi. Che ogni tanto appunta qualcosa in blu, probabilmente il punteggio degli esercizi.

"Bene, è andata molto bene" me li fa vedere. Pochissimi errori, dove proprio non la sapevo.
Complimenti per il VHDL, non lo fanno in molti, ne avrò visti 3 o 4 ultimamente.
"Eh? Come? Ma il VHDL l'ho studiato in due giorni!" Confesso. Cioè, quello mica era difficile.
Mi dà un bel 27. Me lo registrerà a giugno.
E mi ripete che non lo fa volentieri di fare appelli fuori sessione, ma ormai è probabilmente l'ultimo. Io lo ringrazio, incasso e torno vincitore a casa.
Certo, mi immagino l'incazzatura sua se avessi fatto uno schifo di esame. Almeno gli ho dato soddisfazione.

Vai questa è andata. Meno tre. Se non mi menano loro.




2 commenti :

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