Dove eravamo rimasti?
Ah, sì. Un anno e mezzo fa, quando ho smesso di scrivere, ero nel bel mezzo di un tentativo di espatrio, con tentata destinazione California e, soprattutto senza bussola.
Per chi vuole ripercorrere questo cammino, e per chi comincia a seguire oggi questo blog, ho usato l'etichetta la terza scelta per contrassegnare i post in cui racconto questa avventura.
Non so se qualcuno si sorprenderà della cosa, comunque è arrivato il momento di dirlo: gli USA non sono più il mio obiettivo.
E' troppo lungo e difficile riuscire ad ottenere un visto lavorativo americano. E quando dico "troppo lungo e difficile" non intendo impossibile, voglio dire che ci vogliono più tempo ed energie di quello che sono disposto io ad impiegare. E c'è chi è più motivato e capace di me che ce l'ha fatta.
Io mi sono voluto fermare qui con questo tentativo. La mia motivazione non è mai stata quella, forte, di chi ha sempre sognato l'America da piccolo. Io cercavo un posto più caldo di qui, dove poter lavorare e vivere bene, senza stare a rifare tutto il discorso sulle motivazioni, chi lo cerca lo può trovare qui.
Non ho 20 anni e la possibilità di tornare indietro se qualcosa va storto o, semplicemente, se un posto, in cui non sono mai stato e che sto tentando di scegliere a tavolino, non mi piace.
Ottenere una green card per potersi stabilire negli USA può essere un processo lunghissimo, durare diversi anni, senza nessuna garanzia di successo. Si può andare avanti fino a 6 anni con permessi temporanei e poi essere costretti a tornare indietro con le pive nel sacco.
Per diversi anni ho tentato di trovare una strategia, ma non ci sono riuscito. L'informatica è un settore privilegiato, si riesce con più facilità a trovare lavoro, ma questo non è bastato.
Nessun rimpianto, ho voluto provare, ci ho creduto fino in fondo. Ed è quello che faccio sempre. Non mi lascio scoraggiare facilmente se qualcosa appare impossibile, se ci credo, ci provo. Alcune volte ci riesco, tante altre... no.
Altri aspetti, poi, sono stati fortemente scoraggianti. Io considero prioritario avere un ottimo work-life balance e non mi piace la competizione. Da quanto ne ho potuto vedere, esistono, anche negli Stati Uniti, ditte dove si lavora 9-17 e aziende che assorbono tutta la vita dei loro lavoratori. Certamente non farò mai a gara con gli altri a chi esce per ultimo dall'ufficio.
Quando poi, da un pezzo, avevo rinunciato a pensare di scavalcare l'oceano, è arrivata l'ennesima mazzata. L'elezione di Trump.
Questo no. Non me lo aspettavo che ci potesse essere tanta gente così stupida da votarlo. Quando, per anni, gli USA mi sono stati sulle scatole, era il periodo in cui governavano i Bush. E quando penso a tutto ciò che a me non sta bene del Paese (libera circolazione delle armi, sanità non accessibile a tutti gratuitamente, discriminazioni, guerre in mezzo mondo) non faccio fatica a identificarlo coi repubblicani.
Ho creduto che Obama potesse farcela a cambiare le cose, e dopo di lui, che Sanders potesse continuare e migliorare l'opera. Prendere esempio dall'Europa per il sistema sanitario e rottamare quello attuale, fare altrettanto con le armi.
E invece no, ha vinto l'egoismo di chi sta bene e se ne frega del prossimo, la stupidità di chi pensa che in ogni strage che succede ogni giorno a causa di un pazzo armato ci vorrebbe più gente armata per difendersi.
Non ci sto. Se non avessi già rinunciato da prima, sarebbe stata proprio l'elezione di Trump a mettere la parola fine al mio tentativo di raggiungere gli Stati Uniti.
MA
MA
MA
Ma, pur avendo deciso di non tentare più con le aziende americane, non ho rinunciato a quello che è il mio vero sogno. Vivere in un posto vivo, caldo, accogliente, con servizi efficienti, dove lavorare bene. Quindi, anche cambiando destinazione, non ho rinunciato al viaggio.
L'ho fatto diverse volte, ed ogni volta ho capito e imparato qualcosa in più. Ed ogni volta mi sono avvicinato di più al mio obiettivo. E questa volta l'ho centrato.
Un cambio di rotta.
Per 18 anni ho cercato il posto ideale. A tavolino, senza avere la possibilità di andare a provare a starci un po'. Ma è sempre successo qualcosa. Difetti troppo grossi, emersi in un secondo momento, o difficoltà troppo grandi. O tutte e due le cose.
Ed è successo anche questa volta. Un posto che ho conosciuto e amato e a cui avevo dovuto rinunciare tempo fa perché irraggiungibile, è diventato raggiungibile. La possibilità che cercavo da anni è arrivata.
Qual è quindi questo posto? Cosa è successo, come è arrivata questa possibilità?
Ve lo racconto la prossima volta.
wow!
RispondiEliminaNon te l'avevo ancora detto, vero?
RispondiEliminaBene!!! Attendo il tuo prossimo post
RispondiEliminaEccolo qui, servito
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