Immagine presa dal web |
Prendere la laurea in confronto è stato più facile. Non perché non richiedesse sforzi, anzi..., ma perché mi era chiaro quello che dovevo fare. Tutto più o meno definito: programmi, date degli esami, materie da studiare. Era ben difficile fare del lavoro inutile.
Ora è diverso. Proviamo a riassumere cosa è successo in questi mesi. Un mese e mezzo dal giorno della proclamazione, qualche mese in più da quando ho finito gli esami.
Ho preparato il mio cv, ci sono state due gentilissime volontarie, che ringrazio ancora qui, che si sono offerte di revisionarmelo e che lo hanno migliorato molto.
Ho mandato delle applications ad alcune aziende. Non sono moltissime (circa una quindicina per ora) perché il lavoro è impegnativo. Non sto mandando cv a tappeto a tutte le aziende che trovo. Non servirebbe e potrebbe essere controproducente. Sto procedendo così:
- Cerco gli annunci di lavoro in zona. Inizialmente ho ristretto la ricerca alla sola San Diego, che è la città dove preferirei abitare. Ora sto includendo anche Los Angeles. E' molto più grande e ci sono più aziende.
- Seleziono l'azienda. Qui potrei prendermi dei fischi. Tante volte ho sentito che quando si cerca lavoro non bisogna andare troppo per il sottile e accettare qualunque cosa. Può essere la cosa giusta da fare quando si ha assoluto bisogno di lavorare, non quando si cerca di migliorare la propria situazione.
Consultando questo link si può sapere se un'azienda ha già sponsorizzato dei visti o delle green card. Ci sono aziende che hanno già fatto questa trafila tante volte, altre che non potrebbero nemmeno farla, alcune perché sono troppo piccole, altre perché lavorano con enti governativi dove è richiesta la cittadinanza americana per poter mettere mano a dati riservati.
Un'altra cosa che mi importa è il work-life balance. Detto chiaramente, non ho intenzione di finire a lavorare 50/60 ore alla settimana come fanno in molti da quelle parti. Non mi interessa diventare ricchissimo e andare in giro in Ferrari, il tempo è una risorsa preziosa, che vale più dei soldi.
Tento di evitare le aziende di consulenza. Ho parlato qui di questo mondo, da cui sto cercando di uscire. Se fosse necessario potrei rivedere questo criterio e tentare il salto attraverso una di queste aziende, ma non per rimanerci.
- Se l'annuncio pubblicato dall'azienda è per un profilo molto diverso dal mio, ma l'azienda potrebbe essere interessante, cerco se ce ne sono altri più calzanti, sempre della stessa ditta.
- Se posso competere per la posizione, personalizzo il resume e la cover letter per adattarli al massimo all'annuncio. Non li riscrivo da zero ogni volta, il resume ha meno bisogno di essere personalizzato, la lettera di presentazione molto di più, bisogna cercare di far capire a chi legge che sono io la persona che sta cercando.
- Salvo tutto (annuncio, cover letter e resume inviati) e prendo nota. Sarebbe un grosso errore ricevere una risposta e non poter risalire all'annuncio, non ricordare più per che posizione mi sono candidato.
15/20 applications inviate.
- 3 risposte negative. Una dopo 2 giorni, una dopo 10 minuti, un'altra dopo un mese.
- Un'azienda in cui mi hanno chiesto se ho intenzione di spostarmi lì. Ho risposto di sì, poi silenzio totale.
- Un'azienda di consulenza (sì, non me n'ero accorto quando ho inviato il cv) che mi ha contattato, mi ha proposto degli annunci riservati ai cittadini americani (manco se ne sono accorti che non lo sono) e poi, quando gli ho detto che non posso concorrere per quelli, mi hanno detto di continuare a cercare sul loro sito. Lo sto facendo, intanto ho preso contatto via linkedIn con la persona che mi ha risposto, ampliare la rete serve sempre.
Cosa succede dall'altra parte? Pare che alcune aziende facciano una prima selezione dei cv scartandone alcuni appena ricevuti, altre invece stabiliscono un periodo in cui ci si può candidare e, dopo questo termine cominciano a scartare. Non sono davvero sicuro che tutti rispondano, come finora mi è stato detto, mi sa che molti non lo faranno affatto.
Come fare a migliorare e a raggiungere l'obiettivo? Non lo so. Sono senza bussola, è quello che vorrei riuscire a capire.
Sicuramente, rispetto a chi è già in USA e ha già un permesso di lavoro o la cittadinanza, sono svantaggiato, ma questo lo sapevo dall'inizio. Provare a esaminare i motivi può forse aiutare:
- Non posso concorrere per qualunque posizione, ci sono lavori riservati ai cittadini USA.
- Il livello di esperienza richiesto per la posizione deve essere medio-alto. Per un entry-level, o un profilo troppo junior hanno probabilmente già tanti candidati a portata di mano, senza bisogno di impelagarsi nel lavoro che serve per ottenere un visto. Qualche volta ci provo comunque.
E qui è difficile. In teoria lavoro in informatica da 5 anni, ma io so (e non lo dico) che non sono 5 anni veri, che per la maggior parte di questo tempo mi hanno dato degli incarichi che professionalmente non mi hanno fatto crescere, che esiterei a chiamare "informatica".
- Negli annunci di lavoro americani sono spesso richieste delle competenze e delle metodologie di lavoro che in Italia non si sono mai sentite nominare. E ti pareva, al solito in Italia l'innovazione è rifiutata e si arriva sempre più tardi su tutto. Acquisire competenze del genere senza averne la possibilità sul lavoro richiede del tempo a casa, per poter cercare di averne almeno un'infarinatura. Insomma, sto più inguaiato di prima con lo studio.
Intanto qui cosa succede?
In poco tempo dovrò sostituire la mia auto. Ormai non è più in condizioni di passare la prossima revisione, che sarebbe a luglio. Speravo di potercela fare prima ad andare via, in modo da non aver bisogno di un'altra macchina. Ora temo di non potercela fare, mi sto già muovendo per fare questo cambio, cercando un mezzo non troppo vecchio (nuova non ci arrivo a comprarla) e dai costi di mantenimento mooooolto bassi come la Twingo che mi sta lasciando. Tanto, a lavorare ci vado coi mezzi quasi sempre, però quando la macchina serve, serve.
Sul lavoro ci sto pensando. Nell'azienda dove sono le prospettive di poter fare dell'esperienza "rivendibile" sono poche. Allo stesso tempo non so se ci sono molte alternative in Toscana e vorrei evitare un trasloco "intermedio" in una zona come Milano, dove potrei tentare anche di facilitare questo passaggio. Un trasloco con la famiglia è costoso, in termini di tempo, soldi, sofferenza, va affrontato per andare in un posto gradevole, non in uno dove non vorrei assolutamente rimanere.
Dal giorno della laurea ho ricevuto diverse proposte di colloqui di lavoro. Alcune aziende si sono fatte dare l'elenco dei laureati dal politecnico e mi hanno contattato.
Se avessi assoluto bisogno di lavorare non avrei problemi, questa è già una situazione invidiabile. Purtroppo queste aziende sono tutte in zona Torino - Milano (vedi sopra) e, spesso, si tratta di proposte rivolte a chi si è appena laureato ed ha esperienza zero (qualcuno ci ha anche messo lo stipendio nell'offerta, che è poco più della metà del mio attuale). Rispondo, con la massima cortesia, che lavoro da alcuni anni, che se hanno qualche possibilità in Toscana ne parliamo volentieri.
Probabilmente la strada per l'America passa per un cambio di lavoro qui. L'ideale sarebbe trovare un'azienda che abbia sedi sia qui che in California ed ottenere di essere poi trasferito, ma non so proprio se si riesce.
Quando un modo di fare non funziona bisogna fermarsi a riflettere e cambiare strategia.
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