domenica 9 agosto 2015

Il Messico - la mia esperienza expat

Questo è il blog di un aspirante expat. O meglio, di un ex expat, che aspira a tornare a vivere fuori dai confini del paese natio.
Ultimamente sto scrivendo una serie di post in cui racconto tanto. Ma non so se sto tediando i miei lettori. E ora vorrei continuare raccontando qualcosa di questa esperienza expat.
Facciamo così. Se vi piace e vi interessa ditelo, o date uno spolliciamento qui sotto. Altrimenti cambiamo argomenti.

Come ho conosciuto mia moglie e quanto l'ho cercata l'ho raccontato qui. Ma insieme a questa ricerca ce n'era, e ce n'è anche un'altra: quella di un posto dove mettere radici.
E' successo. Non volevo, ma è successo. Quando sono partito volevo tornare, e donarmi alla mia città. Poi, però qualcosa si è rotto. Ogni volta che tornavo la mia città la riconoscevo sempre meno. E sicuramente, quella in cui stavo è l'ultimo posto in cui avrei voluto restare. E, almeno su questo, rimane ancora così.
Allora ho deciso di cercare il miglior posto del mondo. Sole e caldo tutto l'anno, gente allegra e ospitale, un posto vivo.

Quando sono partito per il Messico per la prima volta avevo paura. Ne ho sempre avuta ogni volta che ho fatto una scelta. Ed è quella paura che mi ha portato ad andare avanti, a capire che stavo facendo la cosa giusta, è quella paura che ho oggi.

Quando, pochi mesi dopo, sono partito per restare, non avevo nulla in mano. Pochi soldi da parte, non avevo un lavoro in Messico e non ce l'aveva più nemmeno mia moglie. Pensavo, e speravo, di potermela cavare come liutaio.
Siamo stati ospitati dai suoi per qualche mese. Intanto mi è stata offerta anche la possibilità di insegnare italiano.
Non ho una preparazione specifica, anzi non ho nemmeno studiato latino. Ma con la grammatica me la cavo bene e mi sono sempre comportato in maniera più che professionale sul lavoro. L'essere poi, tra i pochi madrelingua presenti in una città di un milione di abitanti, ha fatto il resto.

Ho conosciuto A, il direttore della Dante, la scuola di italiano per stranieri diffusa in tutto il mondo.
Se dovessi descriverlo, vi parlerei del dottor Balanzone. Bolognese, colto e amante della buona tavola, mi ha accolto bene e mi ha offerto la foresteria della scuola e un piccolo stipendio. Se non fosse stato per lo stipendio, che era davvero basso, ci metterei la firma oggi, per poter cominciare una nuova esperienza con queste condizioni.
Ma il Messico è così. Non esiste la classe media, ci sono i ricchi e i poveri, e molti lavori, dall'insegnante all'autista, alla segretaria, all'operaio, allo spazzino, sono trattati allo stesso modo, vengono tutti pagati pochissimo e uno stipendio non copre un affitto.
Per gli standard della zona, A. mi aveva offerto anche molto. Ho accettato e intanto ho messo in casa un piccolo laboratorio di liuteria, cercando intanto di promuovermi in zona e completando il violoncello che stavo realizzando.

E lì, a Leòn, nel centro del Messico, lontano dalle mete turistiche dei caraibi, ho trovato tutto quello che chi vive oggi all'estero mi descrive dell'incontro e dello scontro con una nuova cultura.



Perché quando sei lontano non torni a casa per Natale e Pasqua, sei lì e ci rimani. E quello che succede è che devi fare un pacchetto di tutto quello che fino al giorno prima hai dato per scontato e metterlo da parte. Come quegli scatoloni che metti in soffitta, di cose che non butti, ma che un giorno potrebbero servire, e che ogni tanto vai a riprendere.
In parte, e solo in parte, sono stato favorito dall'essere nella città di mia moglie. Ma le novità sono state molte.

Sono cresciuto programmando ogni cosa. Questo concetto in Messico è sconosciuto. Non ho mai sentito un messicano parlare del futuro. Mai, giuro. Il futuro non esiste, esiste solo il presente e ogni problema viene affrontato quando si presenta, mai previsto.
E' un modo di vivere da una parte molto sereno, senza l'angoscia che contraddistingue la vita del primo mondo, dall'altra c'è un'incoscienza totale.

Se due persone vogliono sposarsi lo fanno, non si preoccupano di avere prima un lavoro. Se non possono permettersi di andare a stare per conto loro, intanto vanno a casa dei genitori di uno dei due, poi si sistemano con calma.
Non aspettano anni per sposarsi, anche perché molti desiderano una famiglia numerosa.
Attenzione, la famiglia numerosa che intendiamo noi, 3-4 figli, qui è solo una famiglia media. Numerosa è una famiglia con 7-8 figli.
E come mantenerli?
Ci penserà Dio. I bambini nascono col panino sotto il braccio.

In alcune cose si resta meravigliati in positivo. I lavori pubblici si fanno, e alla svelta anche. Sulle strade lavorano solo di notte, per non intralciare il traffico, e ci sono anche 3-4 corsie per senso di marcia che attraversano la città.
Molta gente la macchina non può permettersela. Ma non è un problema. I trasporti pubblici, tutti su gomma, sono spesso di alto livello. Un autobus che percorre 350 Km offre poltrone comode con molto spazio (se ci si siede vicino al finestrino e ci si vuole alzare non è necessario scomodare il vicino), televisione a bordo con film in prima visione (questo 10 anni fa, ora c'è anche il wi-fi, leggo dal sito), bagno a bordo (pulitissimo) e un piccolo rinfresco (panino e bibita per un viaggio di 5 ore).



Frequenti e puntuali (un percorso che in Italia viene coperto con 2-3 corse al giorno ne prevederebbe in Messico una ogni ora), permettono al viaggiatore di non dover mai programmare nulla. Vuoi partire? Vai in stazione, compri il biglietto e parti.
Quando, a scuola, un esercizio di italiano prevedeva di programmare una giornata con più spostamenti e c'era un orario dei treni, nonostante io cercassi di spiegarlo al meglio, nessuno ha mai voluto provare a farlo. Tutti, e dico tutti, mi hanno risposto "non ci capisco niente", e non era una questione di lingua.

Continua (se vi piace)...

6 commenti :

  1. Risposte
    1. Grazie Lucy. Mi importa molto il feedback dei miei lettori, meritate il meglio.

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  2. Proprio una bella storia... Io sto pianificando il mio viaggio di nozze in Messico e tra le mete ho inserito anche Guanajuato!

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    1. Guanajuato, stupenda. Non te ne pentirai. Per tutto il tempo che ho vissuto lì ho tentato di andare a viverci.

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  3. Si si, ci piacciono e ci interessano, grazie!

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