A gennaio e ad aprile io e mia moglie abbiamo festeggiato i nostri 10 anni di matrimonio. Come mai due date? Eh, il matrimonio concordatario non c'è mica dappertutto, in molti posti del mondo se vuoi il matrimonio civile e quello religioso devi farli in due momenti separati.
Ma andiamo con ordine.
Io sono sempre stato uno di quelli convinti, nella vita, di desiderare il matrimonio. Pure a 12 anni, quando tra i coetanei nessuno ci pensa o molti dicono che non vorrebbero mai sposarsi, io lì convinto, che sapevo che avrei voluto sposarmi e nessuno me lo levava dalla capa.
Ma, allo stesso tempo, non credevo proprio di poterci riuscire a formare una famiglia. Perché per me i rapporti con l'altra metà del cielo erano ben difficili. O, magari, facciamo, più che difficili, inesistenti.
Non che non mi innamorassi, anzi, mi sono innamorato tante di quelle volte... è che proprio, ahem, come dire, non venivo corrisposto, ma proprio mai mai. Insomma, io inviavo l'asso di cuori e mi tornava indietro il due di picche. Zero amori adolescenziali, il primo bacio dato a quasi 19 anni, per una storia che durò comunque pochissimo.
Poi le cose sono un po' peggiorate. Eh, non è che non potessero peggiorare, potevano benissimo. Perché, se fino a che ho avuto molte opportunità di conoscere ragazze, innamorarmi, dichiararmi e prendermi il su menzionato due di picche, poi, a un certo punto, queste occasioni sono finite. Tra i vari spostamenti da una città all'altra dopo le scuole superiori, e un lavoro che isola dal mondo, mi sono ritrovato spiazzato.
L'ho detto che sono una capa tosta? E' una caratteristica ereditaria e migliora di generazione in generazione (mia figlia è riuscita a battermi). Le occasioni non arrivavano? E io me le sono create.
Come dice Alfredo (Philippe Noiret) in Nuovo Cinema Paradiso:
"il progresso sempre tardi arriva"
tardi era tardi, ma non troppo.
(...) continua
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